giovedì 21 maggio 2015

Race for the cure: in 70mila a Roma contro il tumore al seno, vincono Annalisa Gabriele e Elias Embaye

In 70 mila alla Race for the cure, la maratona per la lotta al tumore al seno organizzata da sedici anni a Roma dall'associazione Susan G. Komen Italia. Se alla vigilia si aspettavano 40mila persone, il serpentone che si è snodato per il centro storico della Capitale è stato così imponente da far stimare quasi il doppio delle presenze. Così la 'maratona rosa' ha raccolto ancora una volta una grandissima adesione di

pubblico che migliora il successo record dello scorso anno e consente all'associazione di continuare a finanziare progetti di educazione, prevenzione e cura del tumore del seno, che si andranno ad aggiungere ai 290 già realizzati grazie alle precedenti edizioni italiane con l'impiego di oltre 2.400.000 euro. Allo start, intorno alle, 10 c'erano la presidente della Camera Laura Boldrini e il ministro per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi. Sono stati come sempre cinque i chilometri da percorrere: partenza da via della Greca, traguardo in via dei Cerchi, passando per via dei Fori Imperiali, piazza del Colosseo e via delle Terme di Caracalla. Il primo classificato assoluto è stato Elias Embaye con il tempo di 14'51. Prima tra le donne Annalisa Gabriele, che ha chiuso in 17'19". Infine, celebrazione speciale per la più veloce tra le "Donne in Rosa", Paola Romana Ciapparoni, che ha tagliato il traguardo dopo 21'47".

"Dovremmo aver fatto un nuovo record superando 70 mila iscritti - ha affermato Riccardo Masetti, oncologo e presidente dell'associazione -. Nel corso del week end abbiamo eseguito oltre 2500 visite a donne nel villaggio che abbiamo allestito, scoprendo anche alcuni tumori". Alla partenza dal Circo Massimo, oltre alle storiche madrine Maria Grazia Cucinotta e Rosanna Banfi, si sono presentati gruppi da tutto il mondo e ad aprire il lungo serpentone erano le "donne in rosa", che stanno affrontando o hanno sconfitto il tumore del seno. Tra loro, oltre 5.000 operate che, con addosso la caratteristica t-shirt di colore rosa, hanno trasmesso una testimonianza coraggiosa per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce ed incoraggiare le altre donne che incontrano la malattia a farlo con un atteggiamento più positivo. Presenti anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, l'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia John Phillips e l'assessore comunale allo Sport Paolo Masini. A suonare l'inno la banda dei carabinieri e in prima fila la nazionale italiana di basket femminile. Al Circo Massimo, intanto in questi giorni, è stato allestito il "Villaggio della Salute, Sport e Benessere": tra venerdì e sabato, migliaia di persone hanno usufruito di prestazioni sanitarie gratuite, dalla ginecologia alle patologie della tiroide, dalla dermatologia alla nutrizione.
"Le donne che hanno avuto un tumore non dovrebbero nascondersi, per aiutare le altre a capire che la battaglia si può vincere - ha osservato la presidente della Camera Laura Boldrini prima della partenza della Race for the Cure - Questa manifestazione mette al centro le donne che hanno vinto la battaglia contro un male che può essere letale. Questa storia ci insegna che la prevenzione salva la vita, e dunque noi dobbiamo consigliare a noi stesse e a tutte le altre di fare prevenzione. Non bisogna nascondersi dalla malattia. Prevenire è la parola d'ordine e tutte noi abbiamo il dovere di volerci bene e di volerne alle altre".

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