Straordinario Justin Gatlin che ai Trials statunitensi di Eugene,, corre i 200 in 19”57
(+0.4), una prestazione che lo colloca al quinto posto della
lista mondiale all-time alle spalle dei giamaicani Usain Bolt (19”19)
e Yohan Blake (19”26) e dei connazionali Michael Johnson (19”32)
e Walter Dix (19”53). Gatlin, imbattuto da due
stagioni, si conferma l’assoluto numero uno dello sprint mondiale. Non c’è Bolt che tenga, soprattutto in questo periodo.
stagioni, si conferma l’assoluto numero uno dello sprint mondiale. Non c’è Bolt che tenga, soprattutto in questo periodo.
La
sua volata è magistrale, soprattutto nella prima e nell’ultima
parte. L’unica imperfezione in uscita di curva, con un lieve
sbandamento. Ma è un dettaglio. Justin, in una volta sola - senza
considerare i tempi cancellati relativi all’epoca di stop imposto
per positività all’antidoping - si migliora di 11/100. Ma, con
caviglie super reattive, sorprende fino a un certo punto, perché la
sua condizione è alle stelle da diversi mesi. Non a caso, con 9"74,
guida anche la lista mondiale stagionale dei 100, prova sulla quale
ai Mondiali di Pechino di fine agosto sarà presente pur senza aver
gareggiato ai Trials, grazie al successo nella Diamond League della
scorsa stagione. E anche lì sarà l’uomo da battere. Peccato che i
suoi exploit dividano inevitabilmente l’opinione pubblica: il suo
passato da ex dopato (doppia squalifica) a molti non piace e c’è
chi, addirittura, non lo vorrebbe più vedere in circolazione. Lui
risponde cronometro alla mano. E agli altri restano le briciole. Come
a Eugene: Isiah Young è secondo con 19"93, Wallace Spearmon
terzo con 20"10.
Nelle
altre gare, spiccani i 200 al femminile propongono intanto un volto
nuovo: è quello di Jenna Prandini. La 23enne studentessa
universitaria di origini italiane (il bisnonno Carlo era lombardo, la
bisnonna Teresa calabrese) domina, portando il personale a un
eccellente 22"20. Ai Trials l'esperienza gioca sempre un
ruolo-chiave. A Eugene lo confermano, per esempio i 400 e i 100 hs
donne. Allyson Felix, nel primo caso, all'ingresso nel rettilineo
finale è distante dalle prime, ma il suo finale è travolgente. La
veterana vince in 50"19, precedendo Natasha Hastings (50"25)
e Phyllis Francis (50"57), con Francena McCorory solo quarta
(50"88) e per ora, in attesa delle decisioni della Felix,
esclusa dal terzetto per i Mondiali, dopo che in semifinale era scesa
a 49"85. I suoi ultimi 50 metri sono drammatici. Nel secondo
caso il titolo va a Dawn Harper, già oro olimpico a Pechino 2008, in
12"55 (-0.1): alle sue spalle Keni Harrison (12"56) e
Sharika Nelvis che, con 12"59, si salva di 1/100 ai danni di
Queen Harrison, dopo il 12"34 della batteria e il 12"37
della semifinale. Non meglio che quinta Jasmin Stowers (12"65),
giovane dominatrice della prima parte di stagione. Brianna Rollins,
ammessa in Cina da campionessa uscente, ha rinunciato alla finale. Il
miglior risultato arriva dal lungo: Tianna Bartoletta, dopo il 5°
posto nei 100 (a 2/100 dal podio), vola a 7.12 (-0.4), miglior misura
mondiale degli ultimi due anni. Precede Brittney Reese (6.97/-0.1).
L'esperienza emerge anche nei 400 hs uomini: Bershawn Jackson pare
spacciato, ma la sua distribuzione è da manuale: si impone in 48"29
su Johnny Dutch (48"43). I 400 sono di David Verburg (44"63)
davanti a LaShawn Merritt (44"66). Grande impressione destano la
20enne Shamier Little, 53"82 nei 400 hs ed Emma Coburn, 9'15"59
nei 3000 sp. Clamoroso negli 800: vince Alysia Montano (1'59"15)
che lo scorso anno corse incinta di 34 settimane. Ajee Wilson è
terza pur correndo gli ultimi 250 metri con una scarpa sola.
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