Nel cuore verde del Surrey, alle porte di Londra, la corsa non è più solo un momento di libertà. Per molte donne, è diventata un percorso ad ostacoli fatto di sguardi invadenti, clacson assordanti e urla volgari. Ma qualcosa sta cambiando.
👮♀️ Due agenti della polizia locale, in tenuta da runner, si sono infiltrati nei percorsi più frequentati e segnalati per molestie. Fingendosi jogger, hanno attirato l’attenzione di molestatori abituali. In pochi minuti, sono stati bersaglio di clacson e gesti osceni da parte di automobilisti. Ma questa volta, dietro le scarpe da corsa c’erano le manette.
Abby Hayward, una delle agenti sotto copertura, ha raccontato:
“Ci suonano il clacson, rallentano per fissarci, urlano frasi volgari. È molestia, e deve essere riconosciuta come tale.”
🚨 Le unità di supporto erano pronte a intervenire. In un solo mese, 18 arresti. Anche quando non si arriva alla denuncia, gli agenti rilasciano avvertimenti severi. Due uomini si sono scusati dopo essere stati fermati: un piccolo segnale che la cultura può cambiare.
John Vale, leader dell’organizzazione Safe Spaces for Women and Girls, ha sottolineato:
“Anche i comportamenti non criminali hanno un impatto devastante. Fissare, urlare, rallentare: tutto questo può impedire a una donna di sentirsi libera di correre.”
📱 La polizia incoraggia l’uso di StreetSafe, uno strumento anonimo per segnalare zone pericolose. E il fenomeno non è isolato: anche in Portogallo, molte runner denunciano episodi simili.
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