Il mezzofondista palestinese Allam Abdullah al-Amour ha perso la vita mercoledì nei pressi del punto di distribuzione SDS3 a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, mentre tentava di procurarsi aiuti alimentari per la sua famiglia. Secondo quanto riferito dal Ministero della Salute di Gaza, il giovane è stato colpito da un proiettile al petto in un’area gestita dalla controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un’organizzazione americana incaricata da Israele a fine maggio di distribuire cibo nella regione.
La GHF opera con soli quattro centri di distribuzione: tre nel sud e uno nel centro della Striscia, escludendo così oltre un milione di persone residenti nel nord. Il suo sistema, che si affianca a quello delle Nazioni Unite, è stato duramente criticato da ONG e osservatori internazionali per la sua inefficienza e per le condizioni disumane in cui avviene la consegna degli aiuti. I punti vengono aperti in orari imprevedibili, il cibo viene lasciato in spazi aperti e non protetti, generando caos e scontri tra cittadini affamati. Solo chi è fisicamente più forte riesce ad accaparrarsi qualcosa, mentre molti rischiano la vita ogni giorno.
La morte di al-Amour, medaglia di bronzo nei 3000 metri ai Campionati dell’Asia Occidentale del 2023, ha scosso profondamente la comunità sportiva palestinese e internazionale. Il suo nome si aggiunge alla lunga lista di atleti uccisi nel conflitto, vittime non solo dei bombardamenti ma anche della disperazione quotidiana legata alla fame e alla mancanza di assistenza
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