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L’Italia parte col botto ai Mondiali di atletica di Tokyo, conquistando tre medaglie nella prima giornata di gare e accendendo l’entusiasmo del pubblico azzurro. Nadia Battocletti, Antonella Palmisano e Leonardo Fabbri sono i protagonisti di un sabato memorabile per lo sport italiano.
Battocletti, argento e record nei 10.000 metri
Nadia Battocletti conferma il suo status di fuoriclasse mondiale con una gara da manuale nei 10.000 metri. L’atleta trentina chiude in 30’38″23, nuovo primato italiano, battuta solo dalla keniana Beatrice Chebet, campionessa olimpica in carica. Terza l’etiope Gudaf Tsegay.
“Sto vivendo un sogno dagli Europei di Roma. Volevo cambiare le lacrime di Budapest, e ci sono riuscita. Ora sono lacrime di gioia,” ha dichiarato emozionata ai microfoni Rai.
Palmisano, argento nella 35 km di marcia
La keniana Joyline Chepngeno, vincitrice della Sierre-Zinal 2025 e dell’OCC dell’UTMB appena due settimane dopo, è stata squalificata per due anni a seguito della positività alla sostanza proibita Triamcinolone Acetonide.
L’Athletics Integrity Unit (AIU) ha comunicato ufficialmente che l’atleta è risultata positiva al controllo antidoping effettuato il 9 agosto 2025, giorno della sua vittoria alla Sierre-Zinal, una delle gare più prestigiose del circuito mondiale di corsa in montagna. Il laboratorio accreditato WADA di Colonia ha rilevato la presenza del corticosteroide sintetico Triamcinolone Acetonide, utilizzato senza autorizzazione terapeutica.
Chepngeno ha ammesso di aver ricevuto un’iniezione per trattare un dolore al ginocchio, ma ha dichiarato di non essere a conoscenza del divieto relativo alla sostanza. L’AIU ha quindi disposto la squalifica per due anni a partire dall’8 settembre 2025 e ha annullato tutti i suoi risultati ottenuti dal 9 agosto in poi, inclusi i trionfi alla Sierre-Zinal e all’OCC.
La direzione della Sierre-Zinal ha immediatamente applicato il regolamento di tolleranza zero contro il doping, riassegnando il podio femminile. La nuova vincitrice della 52ª edizione è la keniana Caroline Kimutai, che ha chiuso la gara in 2h55:31. Seguono Katie Schide (USA) in 2h58:30 e Maude Mathys (Svizzera), detentrice del record della manifestazione, in 2h58:56.
La notizia ha scosso profondamente il mondo dell’ultra-trail, che negli ultimi anni ha intensificato la collaborazione con AIU, WADA, WMRA e Golden Trail World Series per garantire l’integrità dello sport.
Tommy Fury, fratello minore del campione di boxe Tyson Fury e volto noto della TV britannica, è finito al centro di una bufera mediatica dopo aver dichiarato di aver completato un triathlon da 100 km sulla Costa Azzurra. Ma i dati ufficiali raccontano una storia ben diversa: secondo i registri di gara, Fury non ha portato a termine il percorso, risultando tra gli atleti classificati con un clamoroso “DNF” – Did Not Finish.
Il triathlon in questione prevedeva una nuotata di 2 km, 80 km in bicicletta e una corsa finale di 18 km. Fury ha condiviso sui social il suo trionfale arrivo al traguardo, accompagnato dalla fidanzata Molly-Mae Hague e dalla loro figlia Bambi, con tanto di sprint finale e dichiarazioni emozionate: “Ho lasciato tutto lì. 100 km di triathlon con solo 10 giorni di allenamento… completato”.
Peccato che i dati del sito Sportstats raccontino un’altra verità. Le rilevazioni GPS mostrano che Fury ha percorso solo 48 km in bicicletta, mancando ben sei checkpoint intermedi. Per coprire la distanza mancante avrebbe dovuto pedalare a una velocità di oltre 120 km/h – un’impresa fisicamente impossibile.
Gli organizzatori hanno confermato che, a causa della riapertura anticipata delle strade, alcuni partecipanti amatoriali – tra cui Fury – non hanno potuto completare il percorso. Tuttavia, ciò non ha impedito al pugile di festeggiare come se avesse compiuto l’impresa, alimentando polemiche e accuse di aver deliberatamente fuorviato il pubblico.
Il caso ha acceso il dibattito online: è giusto celebrare una “non vittoria”? O si tratta di una strategia mediatica per costruire un’immagine eroica a tutti i costi? Una cosa è certa: il traguardo, stavolta, sembra più simbolico che reale.
TRENTO – Solo un mese e poi sarà Trento Running Festival, l’evento organizzato da Asd Città di Trento per sabato 4 e domenica 5 ottobre, che offre a tutti l’occasione di sentirsi campioni per un giorno.
Dai più piccoli, impegnati con il Giro al Sas Kids, alle grandi stelle internazionali che raccoglieranno gli applausi del pubblico sul percorso del Giro al Sas che ha fatto la storia di 77 edizioni, agli atleti che si sfideranno la domenica mattina sulle distanze di mezza maratona e 10 km, quest’ultima anche in versione non competitiva e, per chiudere, all’allegra folla che darà vita alla Family Run, Trento Running Festival è davvero per tutti.
Prosegue il lavoro di ASD Città di Trento per la valorizzazione del territorio, attraverso iniziative a più livelli, dai temi del sociale, come solidarietà e ambiente, alla narrazione della storia attraverso la medaglia. Dalla volontà di portare i runner a «correre dentro la storia», è nata la medaglia di Trento Half Marathon e 10K Città del Concilio 2025. Un cammino, quello dei runner, che è anche un viaggio attraverso la memoria da cui nascono valori e visione per il futuro. Un omaggio al passato e al patrimonio culturale della città, che trova un simbolo potente nel Concilio di Trento, la storica (1545-1563) riunione di Vescovi voluta da Papa Paolo III per definire la riforma della Chiesa Cattolica. Il Concilio ebbe importanza anche per la sede geografica in cui si svolse, essendo Trento città di confine in quell’epoca, e diede un forte impulso al rinnovamento della vita religiosa della Chiesa Cattolica.
Da Gaborone all'oro olimpico, il viaggio di Letsile Tebogo è un percorso di talento puro, ambizione intrepida e spirito incrollabile. Vittorie e record mondiali fin da giovane hanno segnato il suo cammino e, tra trionfi e sconfitte, ha continuato a correre sempre più veloce.
Ora, il documentario completo ed esclusivo è disponibile su World Athletics+ , offrendovi uno sguardo dall'interno sullo sprinter che porta con sé le speranze della sua nazione.
"La gente non sa che sono una persona normale. Solo quando scendo in pista, divento una persona diversa. " – Letsile Tebogo
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Dopo mesi di silenzio agonistico, Jakob Ingebrigtsen ha annunciato la sua partecipazione ai Campionati del Mondo di atletica leggera, in programma a Tokyo dal 13 al 21 settembre. Il talento norvegese, frenato da un fastidioso problema al tendine d’Achille, ha scelto di rompere gli indugi e tornare a gareggiare, pur senza svelare se lo vedremo nei 1.500 metri, nei 5.000 o in entrambe le specialità.
🩺 Un rientro non privo di incognite
Ingebrigtsen aveva inizialmente pianificato il suo rientro nelle tappe finali della Diamond League, in Slesia e Bruxelles, ma il recupero fisico non è stato sufficientemente rapido. “Forse non è la scelta più saggia affrontare un Mondiale senza una preparazione completa, ma correrò comunque. È il motivo per cui vivo: per competere”, ha dichiarato con fermezza.
💪 Il sostegno della squadra e della famiglia
Il campione ha sottolineato l’importanza del supporto ricevuto: “I miei fratelli, i fisioterapisti, i compagni di squadra e lo staff della nazionale mi hanno aiutato tantissimo. Senza di loro, non so se sarei riuscito ad arrivare fin qui”.
🎯 Non solo presenza, ma ambizione
Jakob non si accontenta di essere al via: “Sono felice di aver raggiunto questo traguardo, ma non andrò in Giappone solo per fare presenza. Voglio essere competitivo”. Il più giovane degli Ingebrigtsen si prepara dunque a sfidare i limiti, con la grinta di chi non ha mai smesso di credere nel proprio ritorno.
La medaglia d’oro conquistata da Dick Fosbury nel salto in alto alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 è stata recentemente venduta all’asta per la cifra di 158.600 dollari. Un oggetto iconico che non rappresenta solo un trionfo sportivo, ma anche una svolta epocale nella tecnica atletica.
Fosbury, scomparso nel marzo 2023 all’età di 76 anni, è universalmente riconosciuto come l’inventore del celebre “Fosbury Flop”, lo stile rivoluzionario che ha cambiato per sempre il salto in alto. A soli 21 anni, sfidò le convenzioni del tempo e introdusse un approccio completamente nuovo: anziché affrontare l’asticella frontalmente, si lanciava all’indietro, arcuando il corpo in volo. Con questa tecnica, riuscì a superare i 2,24 metri e conquistare l’oro olimpico, stabilendo un nuovo record.
La medaglia è stata messa all’asta da Heritage Auctions insieme ad altri cimeli, tra cui una canottiera di Team USA che si ritiene fosse quella indossata da Fosbury durante la gara, per 64.050 dollari. La decisione di vendere questi oggetti è stata presa dalla vedova dell’atleta, Robin Tomasi, con l’intento di diffondere l’eredità di Fosbury e ispirare le nuove generazioni. “Tenere la medaglia in una cassetta di sicurezza non aiutava a far conoscere la sua genialità e capacità di risolvere problemi,” ha dichiarato.
Oggi, il “Fosbury Flop” è lo standard adottato da tutti gli atleti di salto in alto. La vendita della medaglia non è solo un evento di memorabilia sportiva, ma un tributo alla creatività e al coraggio di chi ha osato cambiare le regole del gioco.
Il mezzofondista palestinese Allam Abdullah al-Amour ha perso la vita mercoledì nei pressi del punto di distribuzione SDS3 a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, mentre tentava di procurarsi aiuti alimentari per la sua famiglia. Secondo quanto riferito dal Ministero della Salute di Gaza, il giovane è stato colpito da un proiettile al petto in un’area gestita dalla controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un’organizzazione americana incaricata da Israele a fine maggio di distribuire cibo nella regione.
La GHF opera con soli quattro centri di distribuzione: tre nel sud e uno nel centro della Striscia, escludendo così oltre un milione di persone residenti nel nord. Il suo sistema, che si affianca a quello delle Nazioni Unite, è stato duramente criticato da ONG e osservatori internazionali per la sua inefficienza e per le condizioni disumane in cui avviene la consegna degli aiuti. I punti vengono aperti in orari imprevedibili, il cibo viene lasciato in spazi aperti e non protetti, generando caos e scontri tra cittadini affamati. Solo chi è fisicamente più forte riesce ad accaparrarsi qualcosa, mentre molti rischiano la vita ogni giorno.
La morte di al-Amour, medaglia di bronzo nei 3000 metri ai Campionati dell’Asia Occidentale del 2023, ha scosso profondamente la comunità sportiva palestinese e internazionale. Il suo nome si aggiunge alla lunga lista di atleti uccisi nel conflitto, vittime non solo dei bombardamenti ma anche della disperazione quotidiana legata alla fame e alla mancanza di assistenza
Sydney si prepara ad accogliere una vera e propria icona del podismo mondiale. Domenica 31 agosto, la città australiana ospiterà la Maratona di Sydney, che quest’anno vedrà tra i protagonisti il leggendario Eliud Kipchoge, considerato da molti il più grande maratoneta di tutti i tempi.
Il quarantenne keniano ha confermato la sua partecipazione all’inizio dell’anno, poco dopo che la gara è stata ufficialmente inclusa nel prestigioso circuito delle Abbott World Marathon Majors, affiancandosi a eventi storici come Tokyo, Parigi, Londra, Berlino, Chicago e New York. Per Kipchoge, sarà la prima volta in Oceania, un debutto che aggiunge ulteriore fascino alla competizione.
Reduce da un solido sesto posto alla Maratona di Londra lo scorso aprile, Kipchoge arriva a Sydney con l’intento di scrivere un nuovo capitolo della sua straordinaria carriera. Con un palmarès che include due ori olimpici (Rio 2016 e Tokyo 2020), 11 vittorie nelle Marathon Majors e il record storico di essere l’unico uomo ad aver corso una maratona sotto le due ore (1:59:40 all’INEOS 1:59 Challenge), Kipchoge rappresenta il punto di riferimento assoluto per tutti gli appassionati di corsa.
A Zurigo, gli organizzatori della prestigiosa finale della Wanda Diamond League, in programma giovedì 28 agosto alla Weltklasse Zürich, hanno annunciato una modifica significativa al calendario: la gara di salto con l’asta femminile sarà anticipata di un giorno e si svolgerà mercoledì 27 agosto.
📍 Cambio di location e data per motivi di sicurezza
Originariamente prevista come parte della serata principale allo stadio Letzigrund, insieme ad altre 26 discipline, la gara è stata spostata per garantire condizioni ottimali di sicurezza e svolgimento. Il nuovo palcoscenico sarà la suggestiva Sechseläutenplatz, nel cuore della città, proprio di fronte al Teatro dell’Opera di Zurigo. Questo spazio urbano, già noto per ospitare eventi spettacolari, offrirà un’atmosfera unica per le competizioni di atletica.
🤸♀️ Una serata ricca di emozioni
La vice-campionessa olimpica dei 100 metri ostacoli, Cyréna Samba-Mayela, ha annunciato ufficialmente il suo forfait per i Campionati del Mondo di atletica che si terranno a Tokyo dal 13 al 21 settembre 2025.
In un post pubblicato sul suo profilo Instagram, Samba-Mayela ha spiegato le ragioni della sua decisione:
“Ho provato. Ho passato gran parte dell’anno ostacolata da due infortuni consecutivi. Ho spinto oltre i miei limiti (…) ma nonostante tutti i miei sforzi, non è stato sufficiente.”
La stagione 2025 è stata particolarmente difficile per l’atleta francese, già medaglia d’argento ai Giochi di Parigi 2024. Dopo quasi un anno di assenza dalle competizioni, ha tentato il rientro ai Campionati di Scozia, ma i risultati (13″30 in batteria e 13″37 in finale) sono stati ben lontani dal suo personale di 12″31.
La Federazione francese di atletica aveva fissato la data limite per dimostrare uno “stato di forma soddisfacente” proprio in occasione della gara in Scozia. Purtroppo, Samba-Mayela non è riuscita a convincere i selezionatori e non farà parte della squadra nazionale che volerà a Tokyo.
Jacob Kiplimo, il fuoriclasse ugandese e detentore del record mondiale sulla mezza maratona, ha scritto una nuova pagina di storia dell’atletica vincendo la Mezza Maratona di Buenos Aires e stabilendo il nuovo record del percorso.
La gara, disputata il 24 agosto, ha visto la partecipazione di oltre 27.500 runner, ma è stato Kiplimo a dominare i 21,097 km con una prestazione impressionante. Il precedente primato del tracciato, fissato a 59:05 dal keniano Bedan Karoki nel 2019, è stato abbattuto dal ritmo travolgente dell’ugandese.
Kiplimo ha mantenuto un’andatura media di circa 4:19 al miglio, dimostrando una condizione fisica straordinaria e una gestione tattica impeccabile della gara. La sua performance conferma il suo status di leader mondiale nella specialità, già consacrato dal record assoluto di 56:42 ottenuto a Barcellona.
L’evento, organizzato dalla Asociación Ñandú, ha offerto un tracciato veloce e condizioni climatiche ideali, contribuendo al successo tecnico della manifestazione. La partenza a onde ha garantito fluidità e sicurezza per tutti i partecipanti, rendendo l’edizione 2025 una delle più memorabili nella storia della corsa argentina.
Con questa vittoria, Kiplimo non solo rafforza il suo dominio sulla distanza, ma rilancia anche le ambizioni per un possibile assalto al muro delle due ore nella maratona completa. Un’impresa che, a giudicare da quanto visto a Buenos Aires, non sembra più così lontana.
Il quattro volte campione olimpico Michael Johnson non farà parte del team di commentatori della BBC per i Campionati mondiali di atletica leggera di Tokyo. La decisione arriva in un momento critico per la sua nuova iniziativa, la Grand Slam Track, una lega che prometteva di rivoluzionare l’atletica con premi da 100.000 dollari per ogni tappa, ma che si è rivelata un flop finanziario.
📉 Debiti e polemiche
La Grand Slam Track deve ancora milioni di dollari ad alcuni dei più grandi nomi dell’atletica, tra cui il britannico Josh Kerr.
Dopo il fallimento dell’evento inaugurale a Kingston, in Giamaica, la lega ha perso importanti finanziamenti e sponsor.
Johnson ha ammesso le difficoltà: “Abbiamo promesso compensi equi e rapidi, ma ora fatichiamo a pagare gli atleti.”
📺 Esclusione dalla BBC
L’Athletics Integrity Unit ha annunciato la squalifica dell’atleta Roncer Kipkorir Konga, risultato positivo al testosterone in un controllo effettuato fuori gara. La sospensione, valida dal 16 giugno 2025, comporta anche la cancellazione di tutti i risultati ottenuti da Konga a partire dal 29 dicembre 2024.
Il corridore ha ammesso la violazione delle regole antidoping, ottenendo così una riduzione della pena: da quattro anni a tre.
Test inizialmente negativo, poi la conferma
Il campione di urina prelevato a Iten il 29 dicembre 2024 era stato inizialmente giudicato privo di sostanze proibite dal laboratorio accreditato WADA di Losanna. Tuttavia, ulteriori analisi hanno rivelato la presenza di testosterone e metaboliti non compatibili con una produzione naturale. L’AIU ha chiarito che Konga non disponeva di alcuna autorizzazione terapeutica per l’uso della sostanza.
La difesa dell’atleta
In una dichiarazione pubblica, Konga ha negato di aver assunto consapevolmente testosterone, suggerendo che il risultato potrebbe essere legato a un rimedio erboristico tradizionale preparato da sua madre o a un integratore assunto prima delle festività natalizie.
«Mi fido del mio allenamento e delle mie capacità. Ho preso solo quei due prodotti prima di Natale, niente iniezioni», ha dichiarato.
L’AIU, però, ha ritenuto poco plausibile che tali prodotti fossero la causa della positività.
Preparati a vivere ogni istante della preparazione, dell’azione e delle emozioni che accompagneranno Shelly-Ann Fraser-Pryce, Yared Nuguse, Winfred Yavi e tanti altri protagonisti dell’atletica mondiale, impegnati oggi, venerdì all’Allianz Memorial Van Damme di Bruxelles.
Gli atleti avranno un’ultima occasione per accumulare punti preziosi e conquistare il pass per la finalissima della Diamond League, in programma la prossima settimana a Zurigo.
👟 Sfide da non perdere
Nei 100 metri femminili, occhi puntati su Shelly-Ann Fraser-Pryce, Sha'Carri Richardson e Melissa Jefferson-Wooden, pronte a darsi battaglia in una gara che promette scintille.
Tra gli uomini, Yared Nuguse cercherà di imporsi nei 1500 metri, mentre Mykolas Alekna e Gianna Woodruff puntano a consolidare la loro posizione per la finale.
Orari e programma
Le luci si accendono sul penultimo atto della Wanda Diamond League: Losanna diventa il cuore pulsante dell’atletica mondiale questo mercoledì, a soli sette giorni dalla grande finale di Zurigo. Le stelle più brillanti dello sport si danno appuntamento per un evento che promette emozioni, record e colpi di scena.
🌟 Protagonisti attesi
Noah Lyles e Keely Hodgkinson, in cerca di conferme dopo il rientro dagli infortuni.
Le promesse svizzere Ditaji Kambundji e Simon Ehammer, pronte a infiammare il pubblico di casa.
Masai Russell, Emmanuel Wanyonyi e altri nomi di spicco, determinati a lasciare il segno.
📅 Programma della serata
Ore 19:30 (GMT+2): si apre con il getto del peso maschile.
Ore 20:00: parte la trasmissione globale con i 400 metri femminili.
📸 Aggiornamenti in tempo reale
Di seguito sono riportati tutti i passaggi preparatori, le azioni e le reazioni.
Sotto una fitta coltre di nuvole grigie e un acquazzone costante, l'azione della Diamond League inizia con il getto del peso maschile. Leonardo Fabbri, che stasera ha bisogno di punti per qualificarsi alla finale, inizia con 19,06 m.
Il mondo dell’atletica perde temporaneamente una delle sue giovani promesse. Parvej Khan, il corridore indiano che aveva incantato il circuito universitario americano con prestazioni da record nei 800m e 1500m, è stato squalificato per sei anni dalla National Anti-Doping Agency (NADA).
La decisione è stata presa dal pannello disciplinare antidoping (ADDP) della NADA, che ha riscontrato due violazioni gravi:
Test antidoping positivo all’EPO (eritropoietina), una sostanza vietata che migliora la resistenza.
Tre mancate comunicazioni di reperibilità tra maggio e dicembre 2023, configurando un secondo reato.
La squalifica è retrodatata al 28 agosto 2024, giorno della sospensione provvisoria, e tutti i risultati ottenuti da Khan dal 27 giugno 2024 sono stati annullati, incluso l’oro nei 1500m ai Campionati Nazionali Interstatali.
Originario del distretto di Nuh, Haryana, Khan era diventato il primo atleta indiano a qualificarsi per una finale NCAA in una gara su pista. Con tempi come 3:36.21 nei 1500m e 1:46.12 negli 800m, aveva attirato l’attenzione internazionale. La sua ascesa sembrava inarrestabile, ma la squalifica lo costringerà a restare lontano dalle competizioni fino al 2030.
La squalifica rappresenta un duro colpo non solo per Khan, ma anche per l’atletica indiana, che aveva trovato in lui un simbolo di talento emergente. Resta da vedere se, al termine della sanzione, riuscirà a ricostruire la sua carriera e riconquistare la fiducia del mondo sportivo.