Nel cuore pulsante dell’atletica italiana, un nome ha risuonato con forza ai Mondiali di Tokyo 2025: Iliass Aouani, bronzo nella maratona, simbolo di resilienza, talento e orgoglio nazionale. Ma dietro il tempo di 2h09’53” e il tricolore sventolato con fierezza, c’è una storia che merita di essere raccontata per intero, per far conoscere ai non addetti ai lavori, cosa significa, e quanto è difficile, vincere una medaglia mondiale.
Le radici: famiglia e migrazione
Nato il 29 settembre 1995 a Fquih Ben Salah, in Marocco, Iliass è l’unico dei cinque figli nato fuori dall’Italia. A soli due anni, si trasferisce con la famiglia a Milano, nel quartiere popolare di Ponte Lambro, dove il padre lavora in cantiere e la madre si occupa della casa4. Cresciuto in un contesto difficile, Aouani ha sempre riconosciuto il ruolo fondamentale della famiglia: “Mio padre sarà fiero di me. In questa medaglia c’è tutto: lacrime, delusioni, momenti in cui volevo mollare”.
Studi e doppia vita tra ingegneria e atletica
Dopo il liceo scientifico, Iliass vola negli Stati Uniti per studiare ingegneria civile alla Syracuse University, dove ottiene anche la laurea magistrale in ingegneria strutturale. Parallelamente, coltiva la passione per la corsa, iniziata quasi per caso a 15 anni. Allenato da tecnici di alto livello, tra cui Chris Fox e Brien Bell, raggiunge la finale NCAA sui 10.000 metri nel 2019.