Dopo il bronzo di Yassine Rachik nei 10.000 e l’oro di Giovanni Galbieri nei 100 metri, oggi per l’Italia arrivano altre tre medaglie, l’argento nei 1500 metri di Mohad Abdikadar e i due bronzi di Lorenzo Perini nei 110hs ed Eugenio Meloni nell’alto.
Abdikadar è giunto al traguardo in 3:44.91 alle spalle dello spagnolo Marc Alcala (3:44.54). Italia che ha rischiato la doppietta sul podio con Joao Bussotti a cui sfugge il bronzo a pochi passi dalla finish-line, superato in extremis dal britannico Neil Gourley (3:45.04). Bussotti è così quarto in 3:45.10 con l’altro nostro mezzofondista Soufiane El Kabbouri sesto in 3:45.49. Un risultato “di squadra” senza precedenti per l’Italia in questa rassegna nei 1500 metri dove finora l’unica medaglia, dal 1997 ad oggi, era stato il
bronzo di Lorenzo Perrone nel 2003. Quella di Abdikadar, così come Bussotti ed El Kabbouri, è una storia molto simile a quella di Rachik: tre ragazzi con cognomi che hanno i colori di Somalia, Monzambico e Marocco (El Kabbouri, però, è nato a Susa, in provincia di Torino) e che nel nostro Paese hanno trovato una nuova casa e un bel futuro nell’atletica. Mohad, allenato da Andrea Orlandi, ora risiede a Sezze (Latina) dove è arrivato nel 2006 lasciandosi alle spalle, insieme a due fratelli la terribile guerra civile che sconvolgeva la sua terra d’origine. Poco prima di partire per l’Estonia si era tolto anche la soddisfazione del personal best migliorato a 3:38.53 al meeting di Ponzano, un tempo che in Italia non si vedeva almeno da quattro anni.
Lorenzo Perini è, invece, nato a Milano il 22 luglio del 1994 ed abita a Saronno (Varese). Oggi sulle barriere dei 110hs, l’allievo di Fernanda Morandi è andato a prendersi la sua medaglia in 13.86 controvento (-1.5, primato stagionale) preceduto soltanto dal britannico David Omoregie (13.63) e dallo spagnolo Javier Colomo (13.73). Per l’ostacolista dell’Aeronautica – stesso club di Abdikadar – si tratta della seconda volta in carriera sul podio di una rassegna continentale “under”: nel 2013 era stato argento con record nazionale di categoria agli Europei Juniores di Rieti. L’unico italiano a segno prima di lui nei 110hs agli EuroU23 era stato il primatista italiano assoluto Emanuele Abate, bronzo nel 2007.
Eugenio Meloni è, forse, la vera sorpresa di oggi. In finale, il cagliaritano figlio d’arte (suo padre Andrea è l’ex primatista sardo e la mamma Tiziana Vecchio è stata azzurra della specialità) è protagonista di una progressione perfetta: 2,05, 2,10, 2,15, 2,18 e 2,21 senza errori. E questo, oltre a 3 centimetri di personal best, proietterà l’altista del CUS Cagliari sul terzo gradino del podio pari merito con il britannico Chris Kandu, mentre l’oro con 2,30 va al russo Ilya Ivanyuk sull’israeliano Dmitriy Kroyter (2,24). Una bella soddisfazione per l’ancora ventenne ex giocatore di basket (25 anni da compiere il 28 agosto) che da tempo si è trasferito a Modena alla corte del “maestro” Giuliano Corradi, attuale tecnico anche dell’argento degli Euroindoor Silvano Chesani. Nota statistica: nessun altista italiano, prima di Meloni, era mai “saltato” sul podio maschile delle nove precedenti edizioni degli EuroU23.
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