mercoledì 20 maggio 2015

Costanzana (VC), dopo la corsa le scarpe da running finiscono ai poveri in Africa

Correre per migliorarsi, divertirsi, incontrare persone e regalare la possibilità di farlo ai meno fortunati. Con questo spirito a Costanzana, centro della Bassa Vercellese, si è tenuto ieri mattina il primo «An gir n’tla Basa», corsa podistica di 10 chilometri che abbinava sport e solidarietà.
L’idea è nata dal sindaco, nonché runner Raffaella Oppezzo (al via con il pettorale numero 1) e l’Atletica ’78 Vercelli che ha 
curato l’organizzazione. Oltre un centinaia di podisti che hanno aderito all’evento. Ma al di là della cronaca sportiva (vittorie di Alessandro Pisani e Sonia Destro), importante è stato l’aspetto legato alla solidarietà. In occasione della corsa, si è tenuta l’iniziativa «Shoes Sharing», una raccolta di scarpe da running usate e dismesse: calzature che per l’atleta non hanno più utilità, ma che possono essere riutilizzate in Africa per le popolazioni povere, specie per quei bambini che potrebbero usufruirne per correre.
E sono stati in tanti i protagonisti della corsa di Costanzana che hanno aituato il progetto: «Voglio ringraziare l’intero paese - spiega Raffaella Oppezzo - che si è mobilitato la corsa. Ci è sembrato giusto dare anche una valenza benefica a questa gara che, sicuramente, avrà un seguito. È bello pensare che un bambino possa fare sport grazie anche a questa nostra iniziativa».
«Shoes Sharing» approda a Vercelli per la prima volta ma, in Italia è già una realtà: la precedente raccolta è stata alla mezza maratona di Lucca il 3 maggio. I primi 1200 paia di scarpe da running usate, raccolte in occasione di un FlashMob a Roma, sono partiti per il Mozambico e consegnate subito ai bambini. Da allora altre scarpe sono state spedite in due riprese in Kenya grazie al supporto di Ethiopian Airlines.
Soddisfatto il presidente dell’Atletica Vercelli 78’, Piero Volpiano: «Avevo letto di questo progetto nel volantino della “mezza” di Lucca e insieme alla mia società abbiamo pensato di fornire un apporto utile alla causa. La risposta degli atleti è stata quella attesa».



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