La miglior Gloria Hooper da tre anni a questa parte. Esordio positivo per la sprinter veneta ai Mondiali di Pechino: è seconda nella sua batteria in 22.99 e guadagna il passaggio alle semifinali del mezzo giro di pista (alle spalle della statunitense Tarmoh, 22.79, vento nullo). Era dagli Europei di Helsinki 2012, quando siglò il personale con 22.95, che l'azzurra non correva così forte: un crono che la riposiziona - finalmente - al di sotto dei 23 secondi, la soglia della rilevanza internazionale. Gara priva di sbavature, per le Hooper. Discreta partenza (mai stato il suo punto di forza), buona curva, con uscita sul rettilineo spalla a spalla con la canadese Hyacinthe, ed un metro circa di ritardo sulla Tarmoh. Significativa la tenuta sul rettilineo, con avversarie superate nei metri conclusivi, fino al secondo posto: tradotto,
promozione automatica alla semifinale di domani. Al di là di tutto, è un segnale positivo anche per la staffetta 4x100, che potrà dunque contare sulla sua piena efficienza. Il miglior tempo del round è il 22.22 (primato personale, vento +0.4) della britannica Dina Asher-Smith; brilla anche la statunitesne Candyce Mcgrone, 22.45 (-0.9), ma impressiona per facilità di corsa Dafne Schippers, il cui 22.58 è una vera e propria seduta di jogging. Le migliori ci sono tutte, anche Veronica Campbell Brown, che compie un errore clamoroso: esce troppo "larga" sul rettilineo e finisce per completare la sua prova (22.79, +0.1) totalmente nella corsia accanto alla sua, davanti all'incredula britannica Adeoye. Positiva anche Ivet Lalova, al quarto tempo assoluto con 22.54.
"Di nuovo sotto i 23 secondi a 4 centesimi dal personale - racconta a fine gara la 23enne velocista azzurra -. Niente male per sbloccarmi! Che voto mi do? Tra il 6 e mezzo e il 7, anche perchè devo trovare più verve partenza e ho sentito che in batteria il giro di gambe non era ancora al top. Il fatto che solo Libania prima di me fosse riuscita a passare un turno mi ha fatto incavolare. Mi sono detta che non volevo fare la stessa fine e che soprattutto non dovevo restare lì a farmela sotto. Il lavoro che sto facendo negli USA con il mio coach Loren Seagrave sta dando i suoi frutti: prima che a correre mi ha insegnato a camminare. Non mi importa quale corsia mi capiterà in semifinale: voglio andare più forte, punto al personale e spero di stupire anche me stessa".
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