Alex Schwazer, dopo la conferma della squalifica fino al 2024 per doping non molla, “arriverò anche fino al 2024”
La storia infinita di Alex Schwazer si arricchisce di un nuovo capitolo. Da Losanna arriva infatti un’ulteriore battuta d’arresto nella sua marcia verso un ritorno alle gare, secondo i media locali “la sberla definitiva”. Ma l’altoatesino resta convinto che il sogno dei Giochi olimpici a Tokyo non sia comunque tramontato, ma solo rinviato. A questo punto, però, l’unica strada rimasta è quella dell’assoluzione a Bolzano.
Il Tribunale federale svizzero con sede a Losanna “ha respinto” – così la stampa svizzera – la richiesta di annullamento della squalifica di 8 anni inflitta a Schwazer nell’estate 2016 per positività al testosterone emersa dopo un controllo a sorpresa il primo gennaio dello stesso anno. I legali di Alex si erano rivolti al Tribunale svizzero, che aveva però respinto una richiesta di sospensiva, dopo che il Tas aveva a sua volta rigettato il ricorso.
“Non è stata pronunciata l’ultima parola – mette però in chiaro Gerhard Brandstaetter, il legale di Alex Schwazer – Gli articoli di stampa si basano semplicemente sulle motivazioni del respingimento dell’istanza cautelare”.
L’avvocato bolzanino segue da anni Schwazer nei processi, così come Sandro Donati lo assiste sul versante atletico. Ed è convinto che alla fine di questa lunga ‘marcia’, Alex potrà uscire vincente dalle aule di tribunale. Tutto, come detto, dipende dall’esito del processo per doping in corso in tribunale a Bolzano.
“Attendiamo con fiducia che i gravi indizi vengano suffragati dal procedimento penale in corso “, ribadisce il suo legale. Nessuna novità, quindi, dal Tribunale federale svizzero? “Torneremo a Losanna con prove consolidate, che per il momento sono solo gravi indizi. Attendiamo perciò la perizia il 30 giugno”, conclude Brandstaetter. Salvo rinvii per l’emergenza Covid. Oggi alla Gazzetta dello Sport, il campione olimpico di Pechino 2008, ha spiegato che non vuole chiudere la sua carriera da squalificato. “Se ci penso mi fa male, e quindi c’è la voglia di correre ancora, magari una sola gara. Poi posso pure smettere, oppure continuare. Ecco perché non mollo”.
Schwazer è convinto di poter dimostrare la sue estraneità al doping: “Durante le indagini a Bolzano sono emersi fatti nuovi. La mia provetta è stata manipolata, quella abnorme concentrazione di Dna non è motivabile in altro modo”.
Il marciatore altoatesino, 35 anni, vuole partecipare a Tokyo 2021 e continua ad allenarsi con buoni risultati.
Schwazer ha ancora l’amaro in bocca per l’Olimpiade mancata di Rio e se a Bolzano verrà dimostrata la sua innocenza gli piacerebbe essere accompagnato dal Coni e dalla Federazione per una nuova battaglia contro la giustizia sportiva.
“Per la mia immagine è importante una assoluzione a Bolzano. L’idea di avere un pettorale vero in una gara, non si può spiegare con le parole, è una sensazione che devi provare”.
http://api.clevernt.com/07b73577-857d-11eb-a592-cabfa2a5a2de/
Nessun commento:
Posta un commento